di Giancristiano Desiderio
Le sue idee politiche non sono le mie ma il mio voto andrà a lui perché ciò che conta è la vita morale della libertà. Indro Montanelli amava dire che i princìpi restano mentre le idee mutano con gli uomini cui vengono consegnate. Il principio della coerenza è valido per i valori di fondo della nostra esistenza che sono la verità, il coraggio, la responsabilità, la libertà ma non per le idee politiche che vanno discusse e anche cambiate se ci si trova davanti al bivio: o inganno loro o inganno me stesso. Amerigo Ciervo rientra in questo caso e avrà il mio voto.
Capii che si sarebbe candidato quando seppi della sua partecipazione alla nascita del nuovo ed ennesimo partito alla sinistra della sinistra. A sinistra nasce sempre un partito che rimprovera alla sinistra di non essere la sinistra e in questa logica, che ricorda quella di un bigodino, rientra anche Leu – Liberi e Uguali – con cui Amerigo si candida nel collegio maggioritario uninominale di Benevento. Ma queste sono, appunto, idee politiche che nel tempo in cui tutto è andato a ramengo e tutto si è perduto lasciano il tempo che trovano mentre ciò che persiste nel tempo è ciò che non si trova più e che Amerigo ci dona non senza un sorriso affettuoso e ironico: la signorilità e il tratto garbato di un’umanità che ha saputo misurare se stessa.
Amerigo sa bene che tra la libertà e l’eguaglianza è la libertà ad essere il valore decisivo su cui si può far camminare il nostro pensiero, la nostra volontà e quello straccio di democrazia rappresentativa che ancora ci rimane. L’uguaglianza è il suo cuore che fa a pugni con la sua testa. Ma a risolvere i contrasti ci pensa la vita con i doveri che ci reca innanzi. Così quando si presenta il momento della prova che non vuole più parole ma il petto, Amerigo è pronto a fare la sua parte. Come accadde tempo fa con la difesa della Biblioteca Michele Melenzio di Sant’Agata dei Goti. Le cose non accadono per caso. Fu il Pd, con l’attuale suo candidato alla Camera, Carmine Valentino, e nel silenzio pressoché assordante della dirigenza e dei rappresentanti del partito, a mettersi sotto i piedi addirittura la libertà della cultura. In quel caso Amerigo, che era a letto per un acciacco della vita, mi chiamò al telefono ed espresse la sua vicinanza per poi venire in Biblioteca con la sua personale testimonianza non solo di amicizia ma di fedeltà ai valori umanistici della libertà e della cultura. Come a dire che non sempre alle idee e alle posizioni politiche corrispondono le reali azioni che difendono e accrescono il riconoscimento della libertà e quando si arriva alle strette ciò che concretamente conta è l’uomo capace, per non ingannare se stesso, di tenersi saldo ai princìpi di coraggio e verità.
Forse sbaglierò, ma credo che la scelta di Amerigo di candidarsi risponda ad un bisogno di servire, aiutare e amare Benevento e il Mezzogiorno in un momento difficile della vita nazionale. In gioco non ci sono né la vittoria né lo scranno ma il gusto e la sapienza stessa della partecipazione per cui chi gioca ha già vinto. In fondo, cosa manca a questa nostra balorda Italia se non la necessità d’imparare che la politica non è la padrona assoluta delle nostre vite e del loro governo? Nella scelta di Amerigo vedo questa volontà allo stesso tempo forte e ironica, ecco perché continuerà a scrivere per Sanniopress che ha nella libertà la sua stella polare.
Anche per noi sarà così