Chi non crede in Dio attribuirà questi eventi incrociati non al diavolo ma alla malasorte. Chi non crede neppure a quella, cercherà di darsi una spiegazione razionale, ma difficilmente ci riuscirà. E’ lo strano fenomeno secondo cui il Sannio viene proiettato improvvisamente e contemporaneamente per diverse vicende tenebrose al centro delle cronache nazionali, immolato sull’altare del clamore mediatico che tutto sa dimenticare e cancellare, mentre immette nelle menti captate di milioni di fruitori la verità “ufficiale”. Menti che difficilmente dimenticheranno che il Sannio è stato, anche solo per una settimana, la capitale del voto di scambio tra clan camorristici e amministratori comunali, la terra più fertile per le speculazioni senza scrupoli di imprenditori venuti dal nord, la piazza più favorevole per proseguire attività di scommesse illecite avviate altrove da apparenti bravi ragazzi.
Questi tre accadimenti giudiziari, l’arresto (e poi la scarcerazione) del sindaco di Montesarchio Antonio Izzo, il sequestro del 70% delle azioni del Palermo Calcio detenute da Maurizio Zamparini nell’ambito di un’inchiesta sul suo ipermercato benevntano, l’arresto del portiere (ex?) del Benevento Calcio Marco Paoloni nell’ambito della maxi-inchiesta sul calcio scommesse, sono tutti legati indissolubilmente al Sannio perchè senza la nostra provincia non sussisterebbero nei medesimi termini. Eventi che si sono susseguiti in maniera semplicemente terrificante, nel giro di sole tre settimane. Se tutte le news nazionali avessero un hashtag (come Twitter), quello #sannio sarebbe tra i più inflazionati dell’ultimo mese.
Ma è compito di chi fa giornalismo e informazione, nonchè di chi si sente parte attiva dell’opinione pubblica, andare oltre la notizia, la pillola quotidiana approfondita o meno che sia, e cercare di dare delle spiegazioni ai fenomeni, oltre che raccontare in modo palese a chi ha saputo di questi misfatti che il Sannio è anche altro. E’ soprattutto altro, ogni giorno dall’alba al tramonto. Il Sannio è fatto di tante persone comuni, forse tante quante non ce ne sono in altre province italiane, perchè qui si soffre più che altrove la crisi economica, noi che in crisi ci siamo da decenni. Il Sannio è fatto di storia che emerge ogni giorno dalle vene scavate di città e paesi, di borghi e contrade, una storia che molti, anche tra noi sanniti, dimenticano e disconoscono. Poi, solo alla fine, c’è il Sannio cattivo, quello che subisce le accuse di mala amministrazione pubblica, di reati contro il patrimonio, contro la pubblica amministrazione, contro la fede pubblica. Quest’ultimo è quel Sannio che in parte “ci meritiamo”, come ogni popolo merita i suoi amministratori e uomini di vertice.
Ma non per questo il Sannio sono “loro”. Il Sannio sono le persone più umili e quelle più concretamente impegnate nel cercare di cambiare le cose. E qui da noi ce ne sono tante. Non bisogna dimenticare, non bisogna far finta che quello che ci accade intorno non stia avvenendo. Anzi, dobbiamo conoscere, apprendere, sapere fino infondo le dinamiche del Sannio malato per sviluppare i giusti anticorpi e non farci infettare anche noi. Ma una volta appreso dov’è il male e come funziona, tocca a noi fare la parte del Sannio sano, quello che sulle cronache nazionali purtroppo non ci va mai.