Paolo Di Donato è un uomo libero. Finalmente, il tribunale del riesame ha preso atto che erano da tempo venute meno le condizioni che potevano giustificare la custodia cautelare. Lo scrivevo agli inizi di luglio su queste colonne: https://www.sanniopress.it/2018/07/08/liberta-un-giudice-per-paolo-di-donato/
Ora, dopo la bellezza di tre mesi, a seguito dell’appello presentato dagli avvocati, dopo lo smantellamento dei centri di accoglienza dei migranti, dopo la messa in liquidazione di tutto il personale che vi lavorava, dopo il trasferimento degli stessi immigrati, dopo che la stessa posizione dell’ex “re dei profughi”, come è stato definito senza fantasia Paolo Di Donato, è stata preliminarmente chiarita, dopo un’estate al fresco degli arresti domiciliari, finalmente un giudice si è fatto avanti e ha visto quanto avevamo sottolineato: non vi era più alcun concreto motivo per tenere ancora Paolo Di Donato in custodia cautelare.
Il cuore oggi è un po’ più sollevato, ma la testa è ancor mesta perché la vicenda di Paolo Pa, Paolo maledetto e benedetto, è – lo si voglia o no – una pagina di storia locale e nazionale che non può essere capita e non può essere superata se la si considera un banale episodio riguardante un crimine individuale. Paolo Di Donato è un capro espiatorio con cui in tanti hanno lavato la propria coscienza. Ne riparleremo. Per ora un po’ di gioia per la riconquistata libertà. (g.d).