di Giancristiano Desiderio
E’ più facile fare un governo nazionale che una giunta provinciale. Infatti, il Berlusconi IV è in sella, mentre il Cimitile I rischia di cadere da cavallo ancor prima di salirci. Si conferma così una regola degli ultimi anni: il centrosinistra vince, ma non governa. A Benevento rischia addirittura di diventare ingovernabile. Ma con una novità importante: questa volta nessuno può dare la colpa a Clemente Mastella o alla sinistra radicale. Se c’è qualcosa che non va, e c’è eccome, è tutto all’interno della sinistra di governo. Alla Rocca dei Rettori, ieri è accaduto quanto si temeva: il neopresidente Aniello Cimitile ha presentato una squadra di governo che è stata già definita “provvisoria” e “virtuale”. La giunta Cimitile è non solo incompleta (manca di un assessore, sette e non otto, e quelli scelti sono privi di deleghe) ma è anche solo una “bozza” e per avere la versione definitiva e il sospirato “visto si stampi” bisogna aspettare che si ricomponga la profonda spaccatura che c’è in seno al Pd tra l’ex presidente Carmine Nardone e l’ex socialista Umberto Del Basso De Caro.
Il capogruppo del Pd in consiglio provinciale, Claudio Ricci, ha detto di essere “amareggiato per quanto accaduto. E’ evidente: non partiamo con il piede giusto”. In cosa consiste il passo falso? La giunta presentata da Aniello Cimitile è in pratica una giunta virtuale perché i due assessori assegnati al Pd, Rossano Insogna e Francesco Cocca, sono due assessori esterni che sono stati indicati per prendere tempo e attendere che il partito trovi una soluzione a un rebus che al momento appare senza soluzione. In cosa consiste il rebus? Nel mettere insieme ciò che vuole Nardone e ciò che vuole Del Basso De Caro. L’ex presidente della Provincia vuole che sia in giunta l’ex suo assessore Giorgio Nista che non si è ricandidato alle elezioni, mentre Del Basso De Caro chiede che siano nominati assessori i primi eletti delle tre liste dei democratici: Valentino, Bozzi, Falato. Cimitile, il professor Cimitile che in più di una occasione sembra già essersi pentito di aver lasciato il tranquillo tran-tran dell’accademia, dovrebbe mediare, ma al momento non ci riesce e rischia seriamente di ritornare alle dispense universitarie. Ma perché l’ex presidente Nardone chiede che un non-candidato sia nominato assessore? Perché Cimitile è un presidente nato da un compromesso di comodo: il Pd aveva indicato Del Basso De Caro, Nardone presentò Nista, il prodotto finale fu Cimitile ma con tutta una serie di equivoci, malintesi e secondi fini. Mettetela come volete, alla fine si conferma la regola aurea: il centrosinistra vince ma non governa.
Per chi si appassiona al genere, si può aggiungere anche un altro non secondario elemento di instabilità: l’assessore socialista, Gianvito Bello è un esterno e non un consigliere e così il consigliere Mario Marotta, che già si sentiva in giunta, per protesta ha abbandonato l’aula. Insomma, il presidente Cimitile è a un passo dal fare la fine dell’ormai dimenticato presidente Russo di Forza Italia che cadde da cavallo senza salirci. Nonostante la situazione precaria, Cimatile ieri in aula ha pronunciato parole che hanno dato una nota di allegria e comicità alla giornata: “Sarò il presidente di tutti. Ci batteremo per aumentare la qualità della politica”. Prima, però, si deve battere per avere una giunta vera.
(Intervento pubblicato dall’edizione odierna del Corriere del Mezzogiorno)