(Sanniopress) – La più famosa tra le canzoni di Gianna Nannini – Bello e impossibile – si addice quasi alla perfezione al vice sindaco Raffaele Del Vecchio. L’imperfezione non irrilevante consiste in questa cosa che segue: il vice sindaco si vuole sbarazzare per il futuro del prefisso ed essere semplicemente e splendidamente sindaco. Quindi la canzoncina della Nannini in versione beneventana suonerebbe così: bello e sindaco impossibile. Sì, sindaco impossibile, perché qualcuno glielo dovrà pur dire a Raffaello che il sindaco non lo può fare e se nessuno glielo dice, e se Federica Rossi per ragionevole forma di cortesia non gliel’ha detto nella sua intervista, beh, vorrà dire che prenderò io questa incombenza e siccome, come si sa, ambasciator non porta pena, che il vice non me ne voglia ma al di là del vicariato non può proprio andare. E – credimi – non per questioni personali, ma politiche, proprio così, politiche.
Più in basso su queste pagine, forse qui a lato, trovate due righe di Antonio Medici tratte da Twitter che dicono così: “Siamo patrimonio Unesco e puntiamo su turismo campano a appassionati d’arte moderna. Qualcosa non quadra”. Lascia perdere, non ti arrabbiare. Medici si esprime così perché si chiama Medici ed essendosi candidato a sindaco pensa di discendere direttamente dalla famiglia di Cosimo e Lorenzo. Però,cavolo, anche tu pensi di essere veramente il Magnifico. Ho letto l’intervista chilometrica rilasciata al Quaderno, saranno state minimo 5.000 battute ma alla fine, stringi stringi, non si dice niente. Ma porca miseria, Raffaello, vuoi capire che non devi stare a dire “faccio questo e quello, farò così e colì, guardate come sono bello” ma devi portare a casa qualche risultato concreto? Vuoi capire che il tempo dello spettacolo è finito? Hai visto che al governo c’è una persona seria che ha come suo riferimento la realtà e non le stronzate? Non è più tempo di vaniloqui. Non bisogna parlare perché si ha la bocca ma bisogna avere la bocca perché si parla. L’unica cosa seria di quell’intervista è una cosa negativa ossia quando dici, sminuendo una cosa grande come una montagna, che non c’è verso di avere un calendario con le aperture della chiesa di Santa Sofia perché con la curia arcivescovile non si è raggiunto alcun accordo.
Ti devi rendere conto di una cosetta che in città sanno tutti: il Natale non è stato un flop ma un dramma e tu hai recitato una parte di protagonista assoluto. Ora tu hai una gran voglia di rivalsa, è comprensibile, è umano. Ma non puoi pensare di poterla avere rilasciando delle interviste che vorrebbero essere dei manifesti politico-amministrativi e invece fanno venire in mente il titolo di un film di moda sulla moda che diceva, se non ricordo male, “Sotto il vestito niente”. Renditi conto che hai un compito importante che è a cavallo tra amministrazione e politica e dovresti essere capace di parlare alla città raccontandola sulla base della sua grande storia e della cultura che è visibile nelle pietre e nei monumenti e nei personaggi religiosi e laici, nobili e plebei, gran signore e gran puttane, rivoluzionari e riformisti. Hai una grande occasione ma, purtroppo, la stai sprecando per eccesso di vanagloria.
C’è poi un altro motivo che ti impedirà di diventare sindaco. Lo hai detto tu stesso: il Pd è un partito che ha nella sua pancia un po’ di tutto, tanto da essere a Benevento una sorta di coalizione. Le cose funzionano così: il Pd sta in piedi fino a quando è al potere ma quando non sarà più al potere cadrà come cadono le pere cotte. Il potere è un grande collante ma quando non c’è più il potere la colla viene meno e le cose non si tengono azzeccate con lo sputo. C’è bisogno di un altro potere e voi – intesi come individualità dentro un partito – non l’avete. Lo state perdendo. Quindi, lascia perdere. Non nutrire sogni di gloria che sarebbero ingloriosi e servi meglio la tua città facendo cose durature non per la visibilità e la propaganda ma per l’invisibilità e la buona educazione. Vuoi un consiglio secco e perfino da amico: vivi, lavora nascosto.
Voglio concludere questo pezzo con l’altro Bello. Ormai la sua creatura ArtSannio è in sciopero. Ma il Bello non demorde. I trasporti su gomma e su rotaia sono quello che sono. La tratta Benevento-Apice è stata servita a dovere da Gabriele Corona. Ma il Bello non demorde. La Provincia è uno yogurt, in scadenza. Il presidente della Repubblica – dico, il presidente della Repubblica – ha richiamato tutti sull’esigenza di chiudere la riforma con serietà e basta. Ma alla Rocca dei Rettori c’è grande agitazioni e il Bello chiede che sia riconosciuta a uno dei suoi uomini di partito una dirigenza. ArtSannio faccia una cosa bella: una grande opera d’arte contemporanea scioperando contro promozioni, assunzioni, premi in una Provincia che sembra essere trasformata in un ufficio di collocamento di lusso. E’ davvero tutto bello e impossibile, ma continuano come se fosse tutto possibile. Non lo è più, non lo è più, cercate di capirlo e di moderarvi, perdiana.