(Sanniopress) – Può un’amministrazione comunale cedere a privati un’area pubblica per costruire 50 appartamenti in housing sociale in una cittadina che conta solo 2.000 abitanti e già presenta un esubero di circa 100 abitazioni invendute?
Ebbene sì. A segnalarlo è il comitato civico “ViviAMO Paolisi”. L’intervento riguarda un ex plesso scolastico realizzato negli anni ’60, che insiste su un’area verde di oltre 14.000 metri quadri, centralissima e circondata da pini (recentemente abbattuti) che in precedenza era destinata a servizi di interesse comune e verde pubblico attrezzato-parcheggi.
Al posto della villa comunale e dell’unica palestra ancora utilizzata dagli studenti delle scuole primarie e secondarie e dalle locali associazioni sportive sorgeranno dunque appartamenti e locali commerciali. Inoltre, a fronte degli attuali 19.000 metri cubi di volumetria dell’ex plesso scolastico il progetto prevede, invece, costruzioni per circa 22.000 metri cubi. Il tutto sul presupposto che si tratta di un’area degradata. Un presupposto che, tra l’altro, la Regione Campania ha dato per scontato quando ha deciso di finanziare con 13 milioni di euro il progetto.
Eppure – denunciano i membri del comitato – a Paolisi negli ultimi anni si è assistito ad una progressiva cementificazione del territorio da parte di imprese locali e provenienti dalle vicine province di Caserta e Napoli. Ma l’assurdità maggiore di questa vicenda, come risulta anche dalla pratica di finanziamento pubblico di housing sociale, è rappresentata dal fatto che gli appartamenti dovranno essere venduti ben al di sopra dell’attuale prezzo di mercato.