di Giancristiano Desiderio
Armando De Stefano è instancabile. Lavora senza sosta. Nella salute e nella malattia. Nella luce e nell’ombra. Una delle ultime sue mostre recava proprio questo titolo: Ombre. Per tutta l’estate del 2014 le ombre di Armando De Stefano e Jorge Luis Borges hanno dato luce e colore al Museo d’arte contemporanea del Sannio: Arcos. Lì, in quel luoghi, tra quelle colline, montagne e boschi, il pittore napoletano vi ha lasciato una parte di sé perché proprio a Benevento iniziò il lavoro di insegnamento e disegno. Non è un caso, allora, che ora ritorni su i suoi passi donando al Comune e alla Pro Loco di Casalduni l’opera Casalduni 1861 inspirata ai tragici fatti del tragico agosto 1861 quando nel Sannio brigante andava in scena la prima guerra civile italiana.
Ho avuto il privilegio di vedere il dipinto in anteprima a casa di Armando De Stefano quando allestivamo la mostra L’urlo del Sud che, per iniziativa della Pro Loco di Sant’Agata dei Goti, fu tenuta nel 2012 nella chiesa di San Francesco. Quella tela – 80 x 100 – è un urlo e una volta vista la si ascolta anche quando le volti le spalle. Anche ora, che non posso guardare il dipinto, ho davanti agli occhi il sangue, le mani, le unghie, la violenza, la ribellione e la forza viva di un’arte che da sempre si nutre del sentimento della storia e della spietatezza della condizione umana. I fatti di Pontelandolfo e di Casalduni sono, ormai, famosi e la bibliografia è un fiume in piena, anche se a volte la volontà di stupire supera e stravolge la verità storica. Tuttavia, in quello scontro crudo e nudo tra briganti e contadini da un lato e bersaglieri e carabinieri dall’altro c’è un pezzo reale e vero della storia d’Italia e, persino al di là delle interpretazioni storiografiche, l’urlo del Sud come si esprime l’arte di De Stefano: “Il Sud – mi dice De Stefano – me lo porto dentro come se fosse nel bene e nel male la mia Italia più vera e più amata. Il dono a Casalduni è il riconoscimento di una tragica storia nazionale”.
La consegna del quadro è stata fatta in forma ufficiosa domenica 10 luglio nella sala consiliare del Comune di Casalduni al sindaco Pasquale Iacovella e al presidente della Pro Loco Nicola Bove. Domenica 24 luglio l’opera è stata inaugurata e donata ufficialmente alla presenza di Armando De Stefano. La felice iniziativa è il frutto della collaborazione fra due Pro Loco: quella di Casalduni di Nicola Bove e quella di Sant’Agata dei Goti di Claudio Lubrano, estimatore ed amico del maestro Armando De Stefano da oltre venti anni. Il dono è un’altra forma espressiva del pittore napoletano, un modo per richiamare gli altri ad avvicinarsi all’arte nell’intenzione più o meno velata di addolcire gli istinti di base e la violenza che ci portiamo dentro.
(Ho scritto questa nota e poi, non pubblicata, l’ho lasciata nel cassetto. La tiro fuori ora e la pubblico perché stamane riprendendo in mano un libro di Domenico Rea, Spaccanapoli – credo il testo più bello dello scrittore napoletano di Nofi -, mi sono imbattuto in un dipinto di Armando De Stefano: Il mito di carnevale, olio su tela del 1982. Era da tempo che non pescavo quel volume dell’editore Rusconi, rimasto nello scaffale della letteratura italiana con santa pazienza ad aspettare ancora una volta il suo turno di lettura, e quando stamane l’ho ripreso e ho visto l’immagine di copertina ho subito riconosciuto la mano e l’opera di Armando De Stefano ad occhi chiusi. I due artisti e i due poeti – il pittore e lo scrittore – stanno bene insieme, la parola dell’uno trova complemento nella figura dell’altro e la figura rimanda alla parola. I due volti che sono in copertina – l’uomo e la maschera di Pulcinella – bene aprono il libro così sanguigno e carnale, realistico eppur uno due tre palmi al di sopra della realtà come per guardarla e contemplarla per osservanza e liberazione. La grande arte ha come scopo – senza che l’artista se lo prefigga consapevolmente – la catarsi o purificazione momentanea delle passioni. Una specie di ausilio alla buona vita. I quadri di Armando De Stefano e i racconti di Domenico Rea aiutano a vivere meglio).